04 marzo 2005

[ sta diventando il lisa_blog? Lisa a Roma! ]

PICCOLO ELISEO TEATRO STUDIO
dall’8 al 20 marzo 2005 [ link ]

IO SONO IL MAESTRO
di Hrafnhildur Hagalín Gudmunsdottìr
con Paolo Graziosi, Lisa Galantini, Rosario Lisma
scene Emanuele Conte, costumi Daniele Sulewic
musiche a cura di Davide Mocellin
regia Sergio Maifredi

produzione Teatro della Tosse Dal primo paese al mondo ad aver avuto un Presidente della Repubblica donna, una storia che parla di donne e di musica, ma, soprattutto, di quel che accade in una coppia quando è “lei” ad avere più talento. Da martedì 8 marzo al Piccolo Eliseo Teatro Studio: Io sono il maestro, di Hrafnhildur Hagalín Gudmunsdottìr, con questo testo l’autrice, appena venticinquenne, vinse il Nordic Playwrights’ Prize nel 1992 come miglior drammaturga del teatro scandinavo. In Italia, la commedia, prodotta dal Teatro della Tosse di Genova, ha ricevuto, alla sua prima messa in scena, otto segnalazioni al referendum dei Premi Ubu 2003 come miglior novità straniera. Protagonisti Paolo Graziosi, un maestro affascinante e cattivo, egoista e bugiardo, Lisa Galantini l’allieva prediletta, e Rosario Lisma il fidanzato, la cui carriera stenta a decollare. Al regista Sergio Maifredi il merito di aver aperto una finestra sulla drammaturgia islandese.
E per conoscere più da vicino il teatro d’Islanda, giovedì 10 marzo (ore 18, ingresso libero), l’autrice Hrafnhildur Hagalín Gudmunsdottìr interverrà con il giornalista Nico Garrone, la scrittrice Valeria Viganò, il regista Sergio Maifredi e gli interpreti dello spettacolo, all’incontro promosso da Eliseo Culture, per il ciclo “Pensieri sulla Scena” a cura di Curzio Maltese: Islanda in scena. Tra ghiacci e fuoco, tra natura e cultura. [...]

Orario spettacoli:
martedì, giovedì, venerdì ore 20,45
sabato ore 16,30 e 20,45
mercoledì e domenica ore 17
lunedì riposo

08 marzo 2004

[Notizie di Lisa bis, ovvero:] da martedì 2 a sabato 13 marzo 2004 Sala Dino Campana, Compagnia Teatro della Tosse NÄRA LIVET, ALLE SOGLIE DELLA VITA di Ulla Isaksson e Ingmar Bergman, regia Sergio Maifredi, scene Emanuele Conte, costumi Danièle Sulewic, con Enrico Campanati, Eva Drammis, Lisa Galantini, Anna Gualdo, Valentina Picello

Tre donne nel reparto maternità di un ospedale. Tutte e tre affrontano l'esperienza da punti di vista differenti, tutte egualmente nelle mani di un destino imperscrutabile. Cecilia capisce che la vita le è scivolata via, non è stata abbastanza forte da amare il bambino che aspettava; Stina è piena di gioia e di salute ma qualcosa che neppure i medici sanno spiegare accade, ed è come se la vita non lo avesse voluto, il suo bambino; Hjordis è la più giovane, è lì dopo un tentativo d’aborto ma da quella stanza, dove pare ci sia solo morte, uscirà alla fine col coraggio d’affrontare la vita ed avviarsi verso un futuro di madre. I film di Bergman sono fortemente teatrali. E non solo per una ricorrente unità di luogo (un’isola, una casa, una stanza), ma per la ritualità che ogni fotogramma scandisce. Non c’è spazio per le esigenze della trama narrativa, ogni inquadratura è un versetto del Libro, ogni sequenza accade per celebrare, per rivelare. Ma Nara Livet è teatrale perché è anche una grande metafora sulla creatività artistica: una creatività che sfugge, che devasta la vita costringendo ad accettare la propria sterilità, il proprio destino di spettatore, una creatività che raggiunge come dono chi non fa nulla per cercarla, anzi cerca di negarla, una creatività perfetta quanto semplice. Una creatività ed una maternità che sono la disperata richiesta di una qualche forma di immortalità.

12 dicembre 2003

[Notizie di Lisa, ovvero:]

Noi che sempre navighiamo, dalle poesie dell'Anonimo Genovese

Sala Dino Campana
Compagnia Teatro della Tosse
da giovedì 11 dicembre a lunedì 22 dicembre 2003
adattamento e regia Tonino Conte
scene Emanuele Luzzati
costumi Bruno Cereseto
immagini Flavio Costantini
con Alberto Bergamini, Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Lisa Galantini, Filippo Gambetta

[laura santini su mentelocale.it] "Di parola in parola, appoggiandosi su trenta poesie e un racconto dell'Anonimo Genovese (che scrisse tra la fine del 1200 e i primi del 1300), Tonino Conte, condotto da un misto di semplici associazioni mentali, di fatti storici, personaggi e racconti, costruisce uno spettacolo che è parodia. Un cantare stonando o in contrappunto, una continua trasposizione di testi in regime ludico con la funzione di conservare memoria di un passato lontano e allo stesso tempo di divertire. E infatti al debutto parigino - in prima europea nell'ambito della rassegna Les Italiens 2003 ideata da Maurizio Scaparro - il pubblico 'ha riso tanto', mentre i genovesi, alla prima (giovedì 11 dicembre), non sanno fino a che punto sia veramente lecito ridere della 'Storia'."


[Lisa "colta" dall'obiettivo di Tomasinelli al compleanno del suddetto mentelocale.it]
"Parlando di latino, di lingua d'oc e d'oeil - prosegue l'articolo - di antico portoghese o genovese si passa attraverso i giular e i più distinti trovador e subito si salta dentro il Trovatore di Giuseppe Verdi. Tutto è permesso in questa breve historia che è in molta parte anche resoconto della nascita della lingua volgare e della sua differenziazione regionale da cui si originarono vere e proprie lingue, oggi scomparse e trattenute in parte dai dialetti. È tutto lecito, si diceva, e allora il massimo del divertimento lo produce proprio il Trovatore di Verdi cantato in playback dagli attori con un effetto estremamente comico sull'opera in generale e su tutte le sue esagerazioni particolari delle scene, dei costumi, della recitazione e persino del bel canto.
A livello interpretativo Lisa Galantini con la sua Leonora, o dama di corte, è quella che meglio coglie e trasmette l'ironia di questo spettacolo"

[l'articolo per intero] [il sito del Teatro della Tosse]

26 novembre 2003

[Enraz su "Panorama", ovvero:]

TELECOMICI: RITRATTO DI TRE VINCENTI
Che bella infarinata di battute!

Impazzano il panettiere varesotto, il giornalista prono e l'accattone di lusso.
[cioè Chiodaroli, Cornacchione e Balbontin, NdR]

di Veronica Russo, 6/11/2003

"Balbontin definisce il suo accattone rumeno di lusso, Strugurel, «il Montezemolo dei Carpazi», che veste firmato e fa richieste di questo tipo: «Vi prego datemi 5 milioni che mia moglie deve fare la liposuzione». Le offerte si possono fare con carta di credito (ha in mano la macchinetta per il bancomat) o tramite bonifico bancario alla Bpf, la sua «Banca per favooore». Chiede 400 euro perché «ha bisogno» di un maglione, ma di cashmere, per il figlio. Balbontin è anche Ernaz [sic], del Centro Cecchi Savona [sic], strano tipo in salopette e occhialoni che dà lezioni di dialetto ligure maccheronico con il corso. «S?, io parlo savonese» o Minkiu Pegasù, presentatore giapponese del telegiornale di Tokyo che dà della «testa di shiatsu» a tutti. "

14 ottobre 2003

[Scusate la monotonia, ma siamo sulla notizia.]

"Colorado Cafè... è un progetto innovativo, un format multimediale ... una serie di divertentissimi spettacoli di giovani artisti, presentati da Diego Abatantuono che è tornato alle origini riannodando i fili con il suo passato di capocomico di quella che fu culla del cabaret milanese: il mitico Derby", scrive il sito ufficiale di Colorado. E aggiunge qualcosa a ciò che sappiamo della serata del lunedì su Italia1, che può interessare i nostri lettori: "La domenica, poi, l'appuntamento è con COLORADOCAFE' LAB - PROVE APERTE . Nello spirito sperimentale dello spettacolo, infatti, ogni domenica il pubblico milanese potrà assistere alle PROVE GENERALI di ColoradoCafè. Per divertirsi, interagire, ridere con i comici ormai collaudati del cast - e per "provinare" assieme agli autori e a Diego Abatantuono - nel ruolo non di conduttore ma di direttore artistico - gli aspiranti cabarettisti al ColoradoCafè." E' possibile prenotare telefonicamente, ci dicono, dal lunedì al sabato al n. 02 56 80 73 50.

03 ottobre 2003

Su Italia 1 vince la comicità. Parte il laboratorio sperimentale di "Colorado Cafe'", punto d'incontro di nuovi e vecchi comici. A dirigere le operazioni per 12 puntate il direttore artistico non poteva essere che lui, Diego Abatantuono. Diego Abatantuono torna in tv. Non per parlare di calcio. Inizia il 29 settembre alle 23 l'avventura del Colorado Cafe' Live, l'idea vincente di un attore che nasce capocomico al "Derby" di Milano, locale dello zio dove la madre faceva la guardarobiera. Adesso è lui il padrone di casa delle 12 serate di cabaret da 55 minuti ciascuna trasmesse da Italia 1. Senza dubbio, dal febbraio 2002 "Colorado Cafe'" è diventato un appuntamento fisso nel capoluogo lombardo per chi ama la comicità, sia con le sue serate milanesi che con i suoi appuntamenti itineranti. Ogni settimana, sul palco della "Salumeria della Musica" di Milano, presentati, guidati e "commentati" da Abatantuono accompagnato dall'insostituibile amico di sempre Ugo Conti, si alternano comici emergenti e vecchie conoscenze. Scopo preciso e dichiarato di questo laboratorio teatrale è quello di dare spazio nel mondo del cabaret alla sperimentazione e all'innovazione. Il cast fisso vede la gradita presenza di vari personaggi. Ci sono Enrique Balbontin, comico di origini spagnole e Stefano Chiodaroli vecchia conoscenza lanciata da "Convention a colori" (su Rai2) e da Buldozer. [...] Fabrizio Casalino ci diverte in veste del "cantautore responsabile" e nei panni di Giginho di Rio de Janeiro che indossa sempre la maglia della nazionale di calcio del Brasile e canta famose sambe in portoghese maccheronico. [L'articolo per intero]

Maidireweb lancia un concorso online, di cui sopra vedete un esempio: "Cerca in rete e componi un'opera d'arte fotografica digitale con i volti dei protagonisti del nuovo show di Italia1: Ogni settimana la redazione di Maidireweb, la cui decisione sarà insindacabile, premierà un fotomontaggio. Il vincitore riceverà un invito, valido per due persone, per assistere al Colorado Cafè Live, ripreso settimanalmente dalle telecamere di Italia1, alla Salumeria della Musica di Milano." [Per partecipare al concorso]

22 giugno 2003

RIDERE D'AGOSTO, ma sopratTUTTO prima - Estate 2003
Orario inizio h. 21.30 - PIAZZA DELLE FESTE - Porto Antico (Genova) Info: 010 511447

domenica 22 giugno, Balbontin e Casalino: Battitene la ciolla
Enrique Balbontin, di origini spagnole, avvocato penalista, nel 1997 viene temerariamente gettato sul palco dai Cavalli Marci partecipando con loro alla prima "Ventiquattrore di cabaret". E' diventato famoso con le sue lezioni di savonese e con il compassato karaoke nippo-maccheronico di Minchio Pegasu. Fabrizio Casalino si propone in veste di cantautore "serio" dando vita a Giginho che viene da Rio De Janeiro, indossa immancabilmente la maglia della nazionale di calcio del Brasile e canta famose melodie rivisitandone il testo, in un portoghese maccheronico, ma sotto l'effetto costante della Saudagi. Ingresso € 10.

Fabrizio Casalino e' tornato
di Laura Santini, mentelocale.it, 20 giugno 2003
[L'articolo per intero]

[...] E Bulldozer, la trasmissione con Vergassola su Rai Due?
Un’esperienza decisamente nuova. Non avevo mai fatto tv a questo livello. Non sapevo come fare comicità suonando e cantando. E poi era rischioso, perchè era su una rete (Rai Due ndr) non proprio adatta a questo tipo di programma.
Comunque, all’interno della trasmissione sono riuscito ad avere uno spazio mio. Ho imparato che, oggi in TV, devi avere un tormentone per avere successo come comico.
Bello: perché ti vede un sacco di gente.
Brutto: perché ogni volta è come se fosse l’inizio e la fine, devi sempre spiegare tutto, avere capacità di sintesi.
Molto interessante è stato scrivere cose nuove insieme agli autori della trasmissione, che hanno tempi molto diversi.

E il futuro come lo vedi?
Continuerò a fare tv. Più avanti però vorrei fare musica. Vorrei fare ancora Radio. La radio mi ha veramente entusiasmato: hai più possibilità di espressione, un pubblico più fedele, un'infinita gamma di effetti speciali a disposizione che ti fanno lavorare di fantasia.

Mi hai parlato molto di pubblico e delle sue reazioni. Sei molto attento, come lo vivi?
Il pubblico rappresenta l’unico modo con cui ti puoi pagare l’affitto. In campo comico gli spettatori sono molto più propositivi. Se devo farti ridere devo osservare le tue reazioni. E questa è la parte stimolante del lavoro. Io la comicità ascellare non la amo e non la faccio, però premia. Nelle mie corde non c’è. Credo di essere più un umorista che un comico.

Colpo di scena insieme a Fabrizio c’è anche Enriquez Balbotin e forse - pare si mormora non si sa – anche Ceccon.
Non ci conosciamo di persona ma il primo impatto è subito molto amichevole.

E tu cosa mi dici del tuo ritorno?

È sempre bello tornare. Se avessi partecipato al concorso per te Amare Genova significa, avrei risposto: Amare Genova significa lavorare a Milano.
Tornare è: tornare al fresco in Vico del Fico, con la mia fresca fidanzata e i miei freschi amici.
Riprendere il discorso – non abbiamo mai smesso di essere in contatto - con Lisa (Galantini ndr) e Andrea (Ceccon ndr). [...]