08 marzo 2004

[Notizie di Lisa bis, ovvero:] da martedì 2 a sabato 13 marzo 2004 Sala Dino Campana, Compagnia Teatro della Tosse NÄRA LIVET, ALLE SOGLIE DELLA VITA di Ulla Isaksson e Ingmar Bergman, regia Sergio Maifredi, scene Emanuele Conte, costumi Danièle Sulewic, con Enrico Campanati, Eva Drammis, Lisa Galantini, Anna Gualdo, Valentina Picello

Tre donne nel reparto maternità di un ospedale. Tutte e tre affrontano l'esperienza da punti di vista differenti, tutte egualmente nelle mani di un destino imperscrutabile. Cecilia capisce che la vita le è scivolata via, non è stata abbastanza forte da amare il bambino che aspettava; Stina è piena di gioia e di salute ma qualcosa che neppure i medici sanno spiegare accade, ed è come se la vita non lo avesse voluto, il suo bambino; Hjordis è la più giovane, è lì dopo un tentativo d’aborto ma da quella stanza, dove pare ci sia solo morte, uscirà alla fine col coraggio d’affrontare la vita ed avviarsi verso un futuro di madre. I film di Bergman sono fortemente teatrali. E non solo per una ricorrente unità di luogo (un’isola, una casa, una stanza), ma per la ritualità che ogni fotogramma scandisce. Non c’è spazio per le esigenze della trama narrativa, ogni inquadratura è un versetto del Libro, ogni sequenza accade per celebrare, per rivelare. Ma Nara Livet è teatrale perché è anche una grande metafora sulla creatività artistica: una creatività che sfugge, che devasta la vita costringendo ad accettare la propria sterilità, il proprio destino di spettatore, una creatività che raggiunge come dono chi non fa nulla per cercarla, anzi cerca di negarla, una creatività perfetta quanto semplice. Una creatività ed una maternità che sono la disperata richiesta di una qualche forma di immortalità.